Coccobrillo > (Dipsoloricatus Flatulens) specie endemica delle crepe tra le connessure dei mobili nei bar o nei soggiorni delle case, da cui con scatti fulminei si avventa sulle gocce di qualsiasi bevanda alcolica inavvertitamente fuoriuscite dai bicchieri degli avventori.
Dopo il pasto cade in letargo emettendo rumori molesti, effluvi maleodoranti e piccole particelle fecali che contribuiscono ad alimentare i depositi di pulviscolo residuale >[Pulviscolo residuale].
Coccogrillo > (Crocogrillus Crocogrillus) Loricato dalle lunghissime zampe posteriori, con cui compie salti imprevedibili dal limite di un Hortus in-conclusus > [Hortus in-conclusus] all’altro per sottrarsi alla caccia degli alloppi > [Alloppo] predatori naturali di tutti i C.M.. Interessante la sottospecie vivente negli habitat urbani rivieraschi, nota come coccogrillo parlante (Crocogrillus Blaterans), che ponendosi sul limite del bagnasciuga >[Bagnasciuga] ipnotizza con il suo vociare stridulo e ritmato piccole prede che prima raduna in folti gruppi e poi trascina in corteo verso la tana, e per questo è anche chiamato C. pifferaio.
Coccodrill > (microloricatus perforans), diffuso soprattutto ma non esclusivamente nelle aree urbane anglofone, ha evoluto una particolare morfologia elicoidale della coda, che viene ruotata vorticosamente per mezzo di uno snodo cardanico, in modo da produrre fori regolari sulla superficie di qualsiasi materiale, e predare così larve e piccoli artropodi che vi si nascondano sotto. Il C. viene frequentemente addomesticato ad uso dei bricoleurs meno abili. Vogliamo qui ricordare anche l’uso criminale che di questi animali si è fatto ad opera di alcuni esponenti politici nel corso di una recente campagna a favore della chiusura dei confini, quando un certo numero di C. sono stati surrettiziamente lanciati su alcuni natanti che tentavano di attraversare il Mare Cuscinetto > [Mare Cuscinetto] mettendo gravemente a rischio l’incolumità dei naviganti.
(Peter Bacon)
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