Lup > il nome indica sia l’isola, situata nel Mare cuscinetto > [Mare cuscinetto], sia la sua capitale, la città di Lup, sede di una modesta ma vivace università, di una corona di porti di varia grandezza, di architetture auto-energetiche.
In apparenza di piccole dimensioni, l’isola ha una struttura ad anello che si espande e si embrica su vari livelli altimetrici, così che lo stesso giro sviluppa percorsi molto diversi e anche chi trascorra molti anni della sua vita a Lup, impegnandosi nella sua esplorazione, non può essere sicuro di averla visitata completamente. Lup è ventilata, piovosa, dal clima cangiante; particolari concentrazioni di sostanze nell’atmosferica fanno sì che in certe giornate si assista al fenomeno del tramonto porporinico > [Tramonto porporinico], con sfumature d’oro e d’argento.
La gran parte della popolazione di Lup non è autoctona, ma si è stabilita sull’isola per motivi di lavoro e di salute. Disturbi come le vertigini da intervallo > [Vertigini da intervallo] migliorano durante i soggiorni sull’isola, grazie a potenti corridoi di luce che investono le spiagge e le strade in determinate ore del giorno, connettendo chi vi si imbatta a zone profonde della propria memoria, con conseguente ricarica della riserva empatica > [Riserva empatica].
(Llibris)
Questa voce è un work in progress: tutti i lessicografi sono invitati ad arricchirla, aggiungendo paragrafi sui vari aspetti di Lup; i paragrafi nuovi si possono leggere a questi link
> Lup Appendici.
> Animali domestici Isola di Lup
> Appendice: artisti e scrittori dell’isola di Lup
Ladri di spazio > Personaggi nati dalla penna dello scrittore di fantascienza Pedro Pernil > [Pedro Pernil] (Barcellona 1906, Milano 1987), alle cui gesta si è ispirato alla fine degli anni sessanta il movimento politico, conosciuto con lo stesso nome, che si proponeva di contestare il progressivo contrarsi degli spazi legato all’uso pervasivo dei mezzi di trasporto meccanici . I L.di S. intendevano indicare a tutti gli uomini una via di fuga dalla sempre più stretta e soffocante rete di confini, regole e ideologie di un mondo rimpicciolito, e predicavano la riappropriazione degli spazi individuali e collettivi con le pratiche dello “spostamento furtivo dei limiti”, e della Völkerwanderung (migrazione dei popoli). Il movimento conobbe alterne fortune sia in occidente, dove assunse gradualmente una dimensione più spirituale e introspettiva, che nei paesi d’oltrecortina dove alla fine degli anni ottanta fu tra le forze che promossero i ben noti rivolgimenti politici di quel periodo.
(Peter Bacon)
Ladri di tempo > Movimento di contestazione nato alla fine degli anni sessata dello scorso secolo, sulla falsariga del contemporaneo erompere dei Ladri di spazio > [Ladri di spazio], con l’idea di rendere evanescente il confine tra tempo coatto, tempo libero e tempo intervallare, definendo quest’ultimo come “intervallo di durata non preventivamente stabilita, causato da forza maggiore, nel flusso del tempo coatto o di quello libero”. Nel corso dei primi anni ’70, a partire dalle elaborazioni di alcuni teorici attivi presso l’università di Lup > [Lup] , l’attenzione venne concentrata quasi esclusivamente sull’uso politico del tempo intervallare inteso come “momento non programmato di riflessione ideologica a disposizione delle classi subalterne”, con particolare attenzione all’organizzazione e all’espansione dei tempi intervallari derivanti da traffico automobilistico, il cui progressivo rallentamento, fino alla paralisi, fu perseguito come un obbiettivo rivoluzionario che avrebbe finito per costringere il popolo all’abbandono del mezzo meccanico mettendo così in crisi l’intero assetto sociale. Risalgono a questa temperie intellettuale e politica alcuni testi ancora oggi fondamentali per la comprensione di quel periodo storico quali “Tecniche per la lettura a singhiozzo del Capitale ai semafori” di P. Grufolanti, e “Lo Zen e l’arte di rallentare i flussi (e i reflussi derivanti)” di Deng Huotui. Dopo alcuni anni di successi il movimento iniziò a declinare stretto nella contraddizione irrisolta tra la pulsione ad irreggimentare ed organizzare il tempo intervallare, espandendone le frontiere, e la sua stessa caratteristica di fondo di tempo anarchico, indipendente dalla volontà di chi lo percepisce, e per questo non organizzabile se non a prezzo della sua trasformazione in banale tempo, libero o coatto che sia. Contribuì all’ espulsione del movimento dal centro dell’agone politico anche la subdola ma lungimirante politica di lavori pubblici volti all’ampliamento e alla facilitazione della viabilità stradale intrapresa dai partiti allora al governo.
(Peter Bacon)
Liminale (scuola) > Movimento di rinnovamento culturale dal peculiare approccio metodologico nato all’inizio del XX secolo, dapprima in ambito linguistico, e successivamente diffuso tra le altre discipline umanistiche e scientifiche. La scuola L. trae il suo nome dal termine latino limen, nelle accezioni plurime di soglia, ingresso, ma anche di confine, soluzione di continuità, etimologicamente affine a limes, frontiera, baluardo ma anche traccia, strada. Il liminalismo affronta, per scardinarle, le certezze e gli ambiti ben delimitati del linguaggio formale in tutti i campi, usando come grimaldello cognitivo metodi innovativi come quello dell’ Anagramma Analitico Ambiguo che, estrapolando a caso brandelli dal discorso e rimescolando ed annullando arbitrariamente le barriere tra significato e significante, fa affiorare alla superfice (soglia, limen) i sensi reconditi, doppi, contrastanti o ambiguamente confermanti, dimostrando così di essere un potente mezzo di investigazione di quella che fin dai tempi di Babele è la fondamentale, ma spesso negata, ambivalenza, o polivalenza, dei linguaggi. Citiamo qui di seguito un noto caso di decostruzione formale liminalista: “frontiera: ideale confine” (da una frase singola estrapolata da un discorso del Ministro degli interni dell’Isola di Lup > [Lup]) diventa con il metodo anagrammatico “e dei confronti era la fine”. Tra i protagonisti più importanti di questo movimento vogliamo ricordare il professor Peter Von Speck dell’Università di Gottinga autore nel 1909 del fondamentale “L’ossimoro concordante”.
(Peter Bacon)
Linea d’ombra > con linea d’ombra si intende il confine appiattito su una superficie di qualsiasi oggetto. La linea si può spostare seguendo il sole, una stella, una lampada o qualsiasi altra fonte di luce. E’ sconsigliato l’uso di torce. Ogni linea d’ombra delimita un’area d’ombra > Area d’ombra, anch’essa parimenti instabile. La linea che divide la parte illuminata da quella in ombra viene definita linea d’ombra anche se partecipa di entrambe le configurazioni.
(redazione)
Love, a ring > È il titolo di un canto, intonato dai cuori infranti che lasciavano il castello di Thorenlinna, da cui prese nome, con una specie di sciarada, lo Stretto di Lovarin > [Stretto di Lovarin].
C’è chi vede una analogia fra Love, a ring / Lovarin e la sciarada di William Camden “eye + loaf + well” = I love well.
Sul tema si riporta anche una composizione con un acrostico, un anagramma a scalare e un bifronte disperso nel testo.
(Federico)
